Il 2021 è stato un anno caratterizzato dalla insicurezza economica e da una emergenza sociale. L’automotive è risultato tra i settori più colpiti. La pandemia ha provocato una frenata nelle immatricolazioni. Secondo i dati forniti da Federmotorizzazioni e Confcommercio si è registrato un -23,5% con 1.475.393 unità rispetto al 2019 quando le immatricolazioni furono 1.928.197.
I dati registrano un miglioramento nel 2020 (1.394.172 le auto immatricolate) +5,8% tenendo conto che le imprese del comparto sono rimaste chiuse più di un mese e mezzo a causa del lockdown.
Nel 2021 sono aumentate le vendite delle auto elettriche e ibride, seconde solo alle auto alimentate a benzina.
In questi mesi si è parlato di caro energia, un fattore di stress per molte imprese che rischiano la chiusura o un fermo temporaneo dell’attività. I piccoli e medi imprenditori avvertono una ripresa debole e fragile, ma esistono anche imprenditori che riescono a rimanere sul mercato senza tagliare l’occupazione.
La redazione di Vareseinluce ha preso contatto con un imprenditore di Tradate, titolare di una attività familiare che vanta la presenza nel settore dell’automotive da ben 52 anni e che tratta ogni genere di vetture: elettriche, ibride, a gasolio e a benzina.
Il titolare ha risposto ad alcune domande cercando di far luce su un settore penalizzato da una economia ormai ferma da troppo tempo.
Quanto il caro energia danneggia l’automotive?
Sicuramente l’aumento del costo dell’energia comincia a far riflettere tanti utenti sul discorso “auto elettrica”.
Inoltre non trascuriamo il fatto che con le basse temperature la “resa” chilometrica delle auto elettriche si abbassa notevolmente di circa il 15/20 % . In altre parole, una vettura che con il pieno di corrente percorre circa 300 km in condizioni climatiche miti, passa ad una percorrenza di circa 220/240 km in condizioni climatiche fredde, ovviamente con la stessa modalità di guida e di percorso.
Quanto impatto ha il caro energia sulla ricarica di un auto elettrica?
Esattamente quanto è l’aumento del costo del chilowatt.
I problemi legati alla carenza di componentistica che impatto hanno su un concessionario?
La carenza della componentistica genera un’improvvisa mancanza di prodotto presso i concessionari con queste conseguenze: niente pronta consegna; niente contratto immediato, possibilità di ordinare la vettura nuova con consegna dopo 4/5 mesi, ma questo porta a fare una valutazione aleatoria del veicolo in permuta che verrà definita al momento del ritiro (questa particolarità ha fatto rinunciare parecchi a cambiare l’auto), impossibilità di bloccare il prezzo perché seppur garantendo lo sconto del concessionario non è possibile garantire eventuali campagne sconto statali legati al momento e alle iniziativedel governo.
L’utilizzo della tecnologia mild-hybrid e plug-in quale futuro avrà nel gruppo Stellantis?
Sono sicuramente argomento di sviluppo futuro nel settore automotive. Mi auguro questo sviluppo sia ottimo in quanto rappresenta il mio lavoro.
Per la conversione di un’officina da motori endotermici a ibridi ed elettrici quali problematiche occorre affrontare?
La conversione comporta parecchie problematiche, o meglio , problematiche legate ad una diversa mentalità operativa di chi ripara e riparerà le auto elettriche. Non si potrà più essere solo dei bravi meccanici, ma occorrerà conoscere anche l’elettronica, la struttura e il funzionamento di una vettura elettrica. Il personale va formato e addestrato facendo tanta attenzione e seguendo le direttive della casa madre. Inoltre occorre munire le officine di tutta l’attrezzatura isolata per operare sulle auto, corsi specifici per personale operativo, adeguamento impianto elettrico con colonnine di ricarica. Cambia completamente la figura del “meccanico di una volta” oggi necessariamente formato anche a livello informatico.